Re: Te sfonno pe' radio
Inviato: lun 19 gen 2015, 22:18
Fantastica:voeller9 ha scritto:Questa invece sfonda tutte le radio che tajo![]()
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Luke Skywalker ha scritto:Questa è da denuncia, leggete i messaggi perchè sono pazzeschi, contro tutti e tutto! Grazie voeller!
Alla fine però rimane un problema serio: se nel tempo si è smarrita un'autentica memoria della tradizione, o le è stata sovrapposta una versione imbarbarita, il prodotto finale, seppur contaminato, costituirà sempre il nucleo vivo del linguaggio moderno e popolare, fino a quando non ci sarà più nessuno a ricordare le differenze. La storia e la memoria vengono sempre sconfitte dall'evoluzione del linguaggio. Orwell lo sapeva.paz ha scritto: ma non è questo. l'ultimo film che narra di una certa roma è febbre da cavallo. è già una deriva rispetto a i classici. ebbene, se te lo riguardi, noterai che questa roma non c'è. la parolaccia è certo presente, ma in modo leggero, e non esclude né la leggerezza né l'umanità. parole come "mo' lo sfonna", sono il correlato di "mo' lo piscio" (e relativi), per dire.
in realtà, questo linguaggio nasce con thomas millian e bombolo, cioè come forma volgare. ma in alcun modo possono rientrarci fabrizi, sordi, gassman. ciò che è stato fatto è prendere quel pattern linguistico ed estenderlo a tutta la cultura romana (di cui chiaramente i nostri eroi radiofonici non sanno una beneamata ceppa). robaccia come romanzo criminale non ha fatto altro che dargli una coloritura borderline che tanto piace alle masse.
ciò che è stat0o fatto è far credere che esso appartiene alla identità di Roma. che tanto serviva a creare fazioni (pro/contro sensi), appartenenza (movimento per roma, ad esempio), esclusioni (la lazio)
si chiama ideologia. nulla di nuovo.
da notare un fatto importante: questa torsione coincide con la nascita delle radio, che coincide a sua volta con la trasformazione della Roma/Lazio in società a scopo di lucro: il contesto si trasforma - dal tifoso al consumatore - ma c'è sempre bisogno di un linguaggio che dia identità.
ps. fra l'altro ciò ha anche un pendant colto: come avrai notato sicuramente, si parla spesso di trilussa ocme padre nobile di questo linguaggio. Ebbene, posso assicurarti che nessun colto romano collegherebbe trilussa a questo linguaggio, ma soprattutto nessuno con una certsa conscenza della storia e lingua romana assegnerebbe a trilussa la paternità, ché questa spetta al solo belli, che nessuno studia più.
Luke Skywalker ha scritto:Capirai, io sono un appassionato di linguaggio, di comunicazione, se a questo aggiungi che sono pure un cultore del trash si capisce come mi possa venire in mente di aprire un topic simile. "Febbre da cavallo" l'ho visto venti volte, sì in effetti lì manca quella vena cinica e smaccatamente cafona che invece è stata enucleata successivamente, penso a "Gallo cedrone" di Verdone che imho fotografa molto bene la Roma degli anni '90 e non è lontano dalle "atmosfere" (chiamiamole così) delle radio romane. Interessante anche la tesi di porcaccia che si sposa bene con la tua. Principe invece circoscrive questa evoluzione del romanesco a precise aree geografiche, cioè se ho capito bene questo sarebbe il linguaggio delle borgate che si è poi imposto e in qualche misura ha dilagato, giusto?
oswald ha scritto: Alla fine però rimane un problema serio: se nel tempo si è smarrita un'autentica memoria della tradizione, o le è stata sovrapposta una versione imbarbarita, il prodotto finale, seppur contaminato, costituirà sempre il nucleo vivo del linguaggio moderno e popolare, fino a quando non ci sarà più nessuno a ricordare le differenze. La storia e la memoria vengono sempre sconfitte dall'evoluzione del linguaggio. Orwell lo sapeva.
Hiroo Onoda.paz ha scritto:
in parte. è vero che il linguaggio è sempre lingua viva e non morta - per cui, alla fine, ci abitueremo ad usare pò con l'accento invece che con l'apostrofo (po'). Qui però stiamo parlando di un pattern specifico, di un segmento linguistico circoscritto socialmente, non di una evoluzione complessiva della società. il linguaggio radiofonico, trasformando thomas millian in romanesco puro, è servito solo a inventare una ideologia identitaria buona per tifosi e consumatori di calcio, e nemmeno tutti. sono quelli che chiamiamo marionidi, i chiamatori, le varie signore carla, sono quelli che cianciano di Roma, ma che si perderebbero al ghetto e che non hanno mai visto il chiostro del bramante.
ripeto, l'essenziale è che questo meccanismo pseudoidentitario sia concomitante con la trasformazione del calcio in impresa.