L'assassino dagli occhi di giada

[faro]

grande stima piso, si fa per ridere, ma sei forte

[pisodinosauro]

grande stima piso, si fa per ridere, ma sei forte

a me basta che vi divertiate voi...

questo romanzo fara molto ridere...tratta di un argomento dibattuto spessissimo qui sopra

anzi aspetto consigli

[pisodinosauro]

mia moglie li ha letti tutti e li ha stroncati tutti...ma erano solo la prima stesura

[Annili]

già che sta in un topic separato da "Libri" mi rasserena

[porcaccia]

mia moglie li ha letti tutti e li ha stroncati tutti...ma erano solo la prima stesura

Fatti una domanda e datti una risposta, Maurizio mio.

Dai! Dai! Dai!

[ilmauro]

è ritornato alla carica co ste storie demmerda

[pisodinosauro]

no finisce subito qui.

volevo avvisare, ma vedo che non c'è stato il tempo di farlo

potete chiudere il topic

M.

[ilmauro]

meno male

[pisodinosauro]

Capitolo 1 – Chiamata di soccorso

Il capo della polizia investigativa cilena, il dr. Leonardo Paisesbajos, stava attendendo in linea il commissario Santopaoli.
Seduto nervosamente sulla poltrona del suo bell’ufficio centrale, stava riflettendo sullo scambio telefonico avuto poche ore prima con il suo omologo della Colombia, il dr. James Augusto Chibas, capo della Policia Nacional de Colombia.

“Come stai, Leo” aveva detto il capo della polizia colombiana.
“Bene, benissimo, Augusto” aveva risposto Paisesbajos.
I due si conoscevano da anni, soprattutto per via delle riunioni internazionali tra le polizie sudamericane; tra i due, sicuramente, era nata una solida amicizia ed un sentimento profondo di rispetto.
Spesso si consultavano per consigli su come effettuare una determinata operazione burocratica o politica, ed alcune volte erano stati ospiti, vicendevolmente, delle rispettive famiglie.
“Volevo farti i complimenti per la risoluzione dell’omicidio del Mariotti” disse Chibas con molta cortesia “siete stati veramente bravi a trovare l’omicida; colgo anche l’occasione per porgerti le mie condoglianze per il barbaro omicidio di tua nipote Juliana”.
“Sei sempre molto gentile, James” rispose Leonardo, mentre una piccolissima lacrima solcava il suo volto.
Il caso del Mariotti aveva provato psicologicamente il dr Paisesbajos; lui era soddisfatto che il commissario Santopaoli avesse fatto luce su quello che da subito era sembrato un inspiegabile omicidio, che aveva visto coinvolta anche la sua amata nipote.

Purtroppo per una leggerezza, magari anche dovuta anche solo al caso, l’assassino non aveva pagato il conto alla giustizia terrena ma solo a quella divina. Non era comunque un fatto importante, certo avrebbe voluto vedere in faccia l’uomo che aveva ucciso sua nipote per una discutibile vendetta.

“Posso fare qualcosa per te? Immagino che ci sia qualcosa di importante che mi vuoi chiedere” pensò maliziosamente Paisesbajos, riprendendosi un attimo dalla commozione provata per il ricordo di Juliana.
Aveva letto e informalmente ricevuto informazioni su un paio di agghiaccianti omicidi che erano avvenuti a Medellin; Paisesbajos era convinto che uno dei motivi della chiamata di Chibas fosse proprio quello, ma era solo una sua illazione.
Chibas confermò che in Colombia la polizia fosse sotto scacco per via dei delitti di Medellin e gli chiese, senza mezze parole, se fosse stato possibile avere la collaborazione della polizia cilena.
“In particolare, Leonardo, mi piacerebbe poter contare sulla collaborazione della squadra diretta dal commissario Santopaoli; pensi sia una cosa fattibile?”.
“Vediamo, Augusto, fammi controllare” disse Paisesbajos, rimuginando nel frattempo se fosse il caso di risponder no a quella richiesta; non gli piaceva allontanare una sua squadra dalle indagini.
Però la stima che aveva di Chibas, la cooperazione internazionale tanto auspicata e, soprattutto, la grandissima amicizia che legava i rispettivi presidenti delle due nazioni, gli fece considerare il rifiuto come una battaglia persa in partenza. “Fammi parlare col commissario e domani ti confermerò, o meno, la nostra disponibilità”.


“Commissario, sono il dr. Paisesbajos, come sta?” disse il capo della polizia cilena non appena Santopaoli ebbe risposto alla chiamata.
“Non c’è male, grazie” rispose Santopaoli, con la fitta che lo prendeva alla bocca dello stomaco ogni volta che parlava con lui: “cosa posso fare per lei?”.
Santopaoli capì immediatamente che dietro la telefonata del suo capo, si nascondeva sicuramente una criticità e probabilmente anche il rischio di una seccatura.
Venne informato subito della richiesta proveniente dalla polizia della Colombia e rimase basito ed entusiasta al contempo: come dire di no? e Santopaoli non lo disse, infatti.
Ringraziò Paisesbajos della grande fiducia e grande opportunità concessa; era vero, era stato sincero con quella espressione.

Il commissario chiuse la conversazione ed iniziò a grattuggiarsi la schiena con una di quelle manine di finto avorio infisse in un bastone, fatte appunto per raggiungere gli angoli del corpo dove le mani non riescono ad arrivare.
Pensò a lungo a come dire alla sua squadra che aveva accettato, anche a loro nome, una trasferta di almeno un mese, per aiutare la polizia colombiana in una storia che sconvolgeva il paese amico per l’efferatezza e l’inspiegabilità degli omicidi.
Intanto decise di parlarne con la moglie Carla appena fosse rientrato in casa.

Quella sera giunse presto a casa, non sapendo come comunicare alla moglie la novità; giunse presso la sua abitazione, scese dall’auto indossando il cappotto, e si diresse senza indugio verso la casa con la targhetta Santopaoli – Hidalgo.
Entrò e cercò allegramente subito Carla. “Cara, non penso tu possa immaginare quanto successo: mi ha chiamato oggi pomeriggio il capo della polizia cilena, ti ricordi di lui, vero?” disse Lorenzo appena giunto a casa.
“Certo, lo ricordo benissimo” fece la moglie “e cosa ti ha detto di così importante?”. Aveva capito che bolliva in pentola qualcosa di rilevante se il dr. Paisesbajos aveva chiamato direttamente suo marito, e Lorenzo sprizzava gioia da tutti i pori.
“Sai Carla” disse Lorenzo “sembra che la polizia colombiana abbia richiesto la nostra collaborazione su un caso difficile ... e pensa che il dr. Paisesbajos ha pensato proprio a me, ed alla mia squadra” disse infine con una malcelata punta di orgoglio professionale.
“Cosa vuol dire, che devi partire per Bogotà e stare fuori per settimane?” rispose sorpresa la moglie del commissario.
“No, Carla; ovvero, solo in parte; dovremo andare a Medellin e star fuori finchè il caso non si risolve” fu la risposta senza ammissioni di replica che diede alla moglie.

Carla capì subito che era una buona occasione per il marito. “Evidentemente la brillante conclusione della faccenda del Mariotti non è stata ignorata a livello internazionale” disse Carla con un pizzico di malcelato orgoglio a se stessa, visto che era stata una sua intuizione che aveva permesso al marito di trovare il modus operandi del delitto ed intrappolare l’assassino.
Festeggiarono la dimostrazione di fiducia e Carla assicurò a Lorenzo che avrebbe provveduto lei a fare una valigia per il clima della Colombia; Lorenzo la ringraziò baciandola, pur non capendo benissimo cosa lei volesse intendere.

La mattina seguente, Santopaoli decise di chiamare a raccolta i suoi collaboratori, poi disse loro: “ Ragazzi, venite con me giù al bar, che vi racconto una storia interessante” e lo disse fermando subito Blandinoti che stava già dicendo qualcosa delle sue.
“Marcelino, dopo potrai parlare” disse mentre erano già in strada per dirigersi verso il bar: nel frattempo iniziò a studiarli un poco, vedeva che non erano particolarmente interessati dalla sua richiesta di uscire insieme, immaginavano probabilmente qualche attività burocratica di basso profilo da compiere.

“Cosa prendete, ragazzi?” disse suadente mentre li invitava a sedersi e mentre faceva un inequivocabile gesto al cameriere di accorrere per prendere la commessa.
“A me il solito irish coffee” disse serafico e placido Santopaoli; Blandinoti si accontentò di un caffè espresso, Migueli di una Coca Cola e Davideles di un bevanda al guarana.
“Con questo freddo prendete Coca Cola?” fece scherzando Santopaoli. “Allora, come state?” esordì Santopaoli “vi vedo un po’ stanchi e placidi dopo la soluzione del caso Mariotti, vero?”.
“Commissario” fece Blandinoti “se deve annunciarci qualcosa, lo dica senza tanti preamboli, abbiamo tutti da lavorare. Lo sa, il lavoro non è finito insieme al caso Mariotti.”

La risposta secca di Blandinoti aveva fatto un po’ storcere la bocca a Santopaoli; ma in fondo aveva ragione l’ispettore, e camuffò il nervosismo tamburellando leggermente con le dite della mano destra sul tavolino metallico del bar.
“Simpatico Marcelino nostro, vero? ma hai ragione. Bene, allora cerco di essere chiaro e diretto: c’è stata offerta una grandissima opportunità per la nostra carriera ed anche per le ambizioni di ognuno di noi: siamo destinati ad un progetto di cooperazione internazionale, andremo in Colombia a collaborare con la polizia locale sul caso di Medellin; anzi sui casi di Medellin, i due omicidi di cui sarete a conoscenza sicuramente”.
“Allora, commissario” disse timidamente Migueli “la debbo contraddire: gli omicidi sono diventati tre stanotte”.

Santopaoli lesse avidamente la pagine de “El Mercurio” portogli da Migueli, in cui Daniel Lliberti scriveva del terzo ritrovamento di un cadavere, con la stessa macabra ambientazione già vista per altri due casi precedenti.
“Bene” disse Santopaoli “cosa ne pensate? Mi riferisco esattamente a questa indagine”.
“Commissario” iniziò Devideles “a me va bene, basta che non sia più di un mese; tra meno di due mesi mi sposo, non vorrei mancare alle mie nozze”.
“E bravo Davideles, ora ci sposiamo senza avere un ok da parte del tuo capo?” sbottò a ridere Santopaoli. I tre continuarono a porre domande a Santopaoli, che nel frattempo rispondeva per quello che sapeva.
Finirono la consumazione e prima di congedarsi dal locale, convennero che quella fosse un’occasione troppo interessante da poter declinare; era una di quelle opportunità che passano una volta sola e non potevano essere perse.

Santopaoli raggiunse la scrivania, appena rientrato dalla strada, annaffiò l’arbusto sempreverde che adornava la sua stanza; poca acqua, ma almeno una volta a settimana serviva. Pensò che avrebbe dovuto lasciare l’incombenza al piantone, non voleva tornare dalla Colombia e trovare la pianta secca.
Intanto doveva dare il fatidico si a Paisesbajos.
Due giorni dopo erano pronti per partire alla volta di Medellin: era il 4 giugno del 2007, appena 20 giorni dopo la conclusione del caso del Mariotti.

[postromantico]

no finisce subito qui.

volevo avvisare, ma vedo che non c'è stato il tempo di farlo

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M.

ok

[faro]

[pisodinosauro]

che merde che siete...



è che ilmauro ha la capacità di farmi perdere le staffe in 5 nanosecondi...anche se gli voglio bene, per misteriosi motivi....

[Erik]

Segnalo che il topic è ancora aperto.

[pisodinosauro]

No, era chiuso...

[AmoLaMaglia]

L'assassino è Manolas