AIRC - American Institute for Roman Culture

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Lyonniste
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AIRC - American Institute for Roman Culture

Messaggio da Lyonniste »

Mi piace l'idea di preservare l'eredità dell'Impero Romano.

Pagina Facebook : https://www.facebook.com/AIRCSaveRome
Sito : https://romanculture.org/

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paz
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Re: AIRC - American Institute for Roman Culture

Messaggio da paz »

l'impero romano.

c0è una cosa che mi ha sempre colpito.

curioso, tutti i tifosoni con la bandieretta in mano hanno sempre esaltato l'impero, il gladiatore - che è una negazione dei valori imperiali, ma non formalizziamoci).
in realtà nella storia della civiltà la Roma prima, e sempre antagonista alla Roma imperiale (basti pensare a Rousseau), e la Roma repubblicana.
si tratta di quasi 6 secoli. ma è come se non ci fossero mai stati. l'impero in realtà vale nella sua grandezza "solo" 4 secoli, fino al 476 dc, secolo in cui viene definita finalmente la "morte di Roma".
Ecco, la morte di Roma, mi ha sempre affascinato perché è l'emblema di ogni morte.
tipo questa poesia di verlaine:

Sono l’Impero alla fine della decadenza,
che guarda passare i grandi Barbari bianchi
componendo acrostici indolenti dove danza
il languore del sole in uno stile d’oro.

la riflessione sull'impero non è, come credono i giornalisti e gli ultrà della Roma una riflessione sulla grandezza ("quando noi avevamo l'impero a manchester ce stavano ancora le tende"). la riflessione sull'impero è una riflessione sulla morte, che si prolungherà fino al novecento.
quando parliamo di morte, parliamo sempre - e lo dico senza retorica - di morte di Roma, esempio sublime di ogni morte, di ogni decadenza.

iquando penso alla Roma repubblicana penso a un corpo sano, virtuoso.
quand0o penso al'impero penso sempre a un cadavere in decomposizione.

ma ai romani piace il secondo, non il primo.
E ringraziate che ci sono io, che sono una moltitudine
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paz
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Re: AIRC - American Institute for Roman Culture

Messaggio da paz »

e lo so che oswald mi sta per tirare fuori orosio.
ma sulla morte e le macerie della storia sono come antoniocs sui giocatori
E ringraziate che ci sono io, che sono una moltitudine
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Re: AIRC - American Institute for Roman Culture

Messaggio da Lando »

A Lyonniste piace in hoc signo vinces.
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Re: AIRC - American Institute for Roman Culture

Messaggio da deacon frost »

paz ha scritto: sab 17 ott 2020, 23:10 l'impero romano.

c0è una cosa che mi ha sempre colpito.

curioso, tutti i tifosoni con la bandieretta in mano hanno sempre esaltato l'impero, il gladiatore - che è una negazione dei valori imperiali, ma non formalizziamoci).
in realtà nella storia della civiltà la Roma prima, e sempre antagonista alla Roma imperiale (basti pensare a Rousseau), e la Roma repubblicana.
si tratta di quasi 6 secoli. ma è come se non ci fossero mai stati. l'impero in realtà vale nella sua grandezza "solo" 4 secoli, fino al 476 dc, secolo in cui viene definita finalmente la "morte di Roma".
Ecco, la morte di Roma, mi ha sempre affascinato perché è l'emblema di ogni morte.
tipo questa poesia di verlaine:

Sono l’Impero alla fine della decadenza,
che guarda passare i grandi Barbari bianchi
componendo acrostici indolenti dove danza
il languore del sole in uno stile d’oro.

la riflessione sull'impero non è, come credono i giornalisti e gli ultrà della Roma una riflessione sulla grandezza ("quando noi avevamo l'impero a manchester ce stavano ancora le tende"). la riflessione sull'impero è una riflessione sulla morte, che si prolungherà fino al novecento.
quando parliamo di morte, parliamo sempre - e lo dico senza retorica - di morte di Roma, esempio sublime di ogni morte, di ogni decadenza.

iquando penso alla Roma repubblicana penso a un corpo sano, virtuoso.
quand0o penso al'impero penso sempre a un cadavere in decomposizione.

ma ai romani piace il secondo, non il primo.
Vero, soprattutto a partire dal III d.C. (200-300), l'impero cominciò a traballare a causa dell' instabilità politica, la crisi economica e i primi tentativi di incursione da parte dei ''barbari''. Solo Diocleziano, riuscì in parte, ad arginare questa crisi, che segnò comunque l'inizio della decadenza per Roma, intesa come ''urbs''. Se non vado errato, proprio in questo periodo, a Roma venne preferita Mediolanum (oggi Milano), che divenne la capitale dell'impero romano d'occidente!
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Re: AIRC - American Institute for Roman Culture

Messaggio da Aléxandros »

Lando ha scritto: sab 17 ott 2020, 23:43 A Lyonniste piace in hoc signo vinces.
Tanatissimo.
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oswald
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Re: AIRC - American Institute for Roman Culture

Messaggio da oswald »

paz ha scritto: sab 17 ott 2020, 23:12 e lo so che oswald mi sta per tirare fuori orosio.
ma sulla morte e le macerie della storia sono come antoniocs sui giocatori
È la normale evoluzione di ogni grande entità militare, sociale e politica. Si espande, accresce il suo potere, la sua influenza, modifica le sue istituzioni e finisce col collassare sotto il peso della sua grandezza. Al di là della forma politica assunta o del governo che si è data. Nella stessa Repubblica erano già presenti le instabilità interne che ne determinarono la fine, ancora prima che si arrivasse al princeps e alle invasioni barbariche. D'altra parte nella stessa costituzione repubblicana era prevista la figura del dictator, fino a Cesare che rappresenta il punto di svolta tra le due epoche ed è il primo vero "imperatore" di Roma.

Ma tu, da buon marxista-giacobino, partendo da Rousseau volevi arrivare a Rostovzev e lamentare la mancanza di una continuità lineare tra mondo antico e moderno.
Ich begriff, daß Menschen zwar zueinander sprechen, aber sich nicht verstehen; daß ihre Worte Stöße sind, die an den Worten der anderen abprallen; daß es keine größere Illusion gibt als die Meinung, Sprache sei ein Mittel der Kommunikation zwischen Menschen.
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Re: AIRC - American Institute for Roman Culture

Messaggio da oswald »

Comunque non abbiamo bisogno di un istituto americano per preservare l'eredità della Roma antica, ci bastano i Friedkin a Trigoria.
Ich begriff, daß Menschen zwar zueinander sprechen, aber sich nicht verstehen; daß ihre Worte Stöße sind, die an den Worten der anderen abprallen; daß es keine größere Illusion gibt als die Meinung, Sprache sei ein Mittel der Kommunikation zwischen Menschen.
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Re: AIRC - American Institute for Roman Culture

Messaggio da porcaccia »

Non mi getto nella mischia per pudore, ma alcune cose che ho letto mi fanno rabbrividire.
Non ho capito un ciufolo della vita
paz ha scritto: Poi Danilo ha un qualcosa in più: ha quel tocco macho del bestemmiatore solitario, insomma, di chi non conosce solo le vette ardite dell'intelletto, ma anche la suburra della materialità.
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Re: AIRC - American Institute for Roman Culture

Messaggio da oswald »

porcaccia ha scritto: dom 18 ott 2020, 15:19 Non mi getto nella mischia per pudore
No, dài, gettati.
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Re: AIRC - American Institute for Roman Culture

Messaggio da porcaccia »

oswald ha scritto: È la normale evoluzione di ogni grande entità militare, sociale e politica. Si espande, accresce il suo potere, la sua influenza, modifica le sue istituzioni e finisce col collassare sotto il peso della sua grandezza. Al di là della forma politica assunta o del governo che si è data. Nella stessa Repubblica erano già presenti le instabilità interne che ne determinarono la fine, ancora prima che si arrivasse al princeps e alle invasioni barbariche. D'altra parte nella stessa costituzione repubblicana era prevista la figura del dictator, fino a Cesare che rappresenta il punto di svolta tra le due epoche ed è il primo vero "imperatore" di Roma.

Ma tu, da buon marxista-giacobino, partendo da Rousseau volevi arrivare a Rostovzev e lamentare la mancanza di una continuità lineare tra mondo antico e moderno.
Dovremmo anche metterci d'accordo su cosa intendiamo per "imperialismo"; perché l'avanzata romana nel latium vetus lo è a tutti gli effetti.
Non ho capito un ciufolo della vita
paz ha scritto: Poi Danilo ha un qualcosa in più: ha quel tocco macho del bestemmiatore solitario, insomma, di chi non conosce solo le vette ardite dell'intelletto, ma anche la suburra della materialità.
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Re: AIRC - American Institute for Roman Culture

Messaggio da oswald »

Ma infatti la storia di Roma è sempre stata legata all'espansione territoriale, non è una caratteristica del principato. Lo stesso termine imperium come certamente saprai, oltre a indicare il potere attribuito ai magistrati eletti (consoli, pretori), ai comandanti militari e in precedenza ai re etruschi - facoltà come ius agendi, coercitio e iurisdictio -, era inteso come "dominio", autorità politica dei Romani sui popoli soggetti.
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Re: AIRC - American Institute for Roman Culture

Messaggio da basano75 »

per quale motivo dovrebbe occuparsi un istituto americano di preservare qualcosa di storico io boh... l'unica storia che hanno loro è stata costruita con il sangue dei nativi americani. popolo di buffoni. non hanno nulla e quindi devono appropriarsi di chi un passato ed una identità culturale li ha davvero...
"Se viviamo è per marciare sulla testa dei re" (W. Shakespeare)

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Ciao TuX !!!
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Re: AIRC - American Institute for Roman Culture

Messaggio da porcaccia »

oswald ha scritto:Ma infatti la storia di Roma è sempre stata legata all'espansione territoriale, non è una caratteristica del principato. Lo stesso termine imperium come certamente saprai, oltre a indicare il potere attribuito ai magistrati eletti (consoli, pretori), ai comandanti militari e in precedenza ai re etruschi - facoltà come ius agendi, coercitio e iurisdictio -, era inteso come "dominio", autorità politica dei Romani sui popoli soggetti.
Credo che la confusione nasca con la lex de imperio vespasiani che codifica i poteri dell'imperatore.
Tra l'altro c'è un ulteriore distinzione tra principato e dominato.
L'imperium sia cariche che persone e collegi.
Non ho capito un ciufolo della vita
paz ha scritto: Poi Danilo ha un qualcosa in più: ha quel tocco macho del bestemmiatore solitario, insomma, di chi non conosce solo le vette ardite dell'intelletto, ma anche la suburra della materialità.
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Re: AIRC - American Institute for Roman Culture

Messaggio da paz »

oswald ha scritto: dom 18 ott 2020, 14:21 È la normale evoluzione di ogni grande entità militare, sociale e politica. Si espande, accresce il suo potere, la sua influenza, modifica le sue istituzioni e finisce col collassare sotto il peso della sua grandezza. Al di là della forma politica assunta o del governo che si è data. Nella stessa Repubblica erano già presenti le instabilità interne che ne determinarono la fine, ancora prima che si arrivasse al princeps e alle invasioni barbariche. D'altra parte nella stessa costituzione repubblicana era prevista la figura del dictator, fino a Cesare che rappresenta il punto di svolta tra le due epoche ed è il primo vero "imperatore" di Roma.

Ma tu, da buon marxista-giacobino, partendo da Rousseau volevi arrivare a Rostovzev e lamentare la mancanza di una continuità lineare tra mondo antico e moderno.
allora, che tu dia una definizione naturalistica dell'inclinatio - in sintesi: la polibiana anakyklosis - non mi sorprende, ancorato come sei ai tuoi privilegi aristocratici ragioni ancora come un signorotto dell'antico regime. certo, l'implicito riferimento a sallustio (se non vado errato, che con te non si sa mai) ti salva un po', perché vuol dire che vive in te un po' di quel timore per il cedimentoe tico delle istituzioni repubblicane.
sai invece che ho sempre pensato - seguendo mazzarino :inchinoblue: - che il buon rostovzev desse un'interpretazione destrorsa, aristocratica della morte di roma, come ortega y gasset?

ps. però dai la dittatura commissaria era del tutto temporanea
E ringraziate che ci sono io, che sono una moltitudine
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